Corpi alla deriva, apocalisse dei corpi. In tempi della ben nota profezia dei Maia sul 2012, l’ultimo balletto creato da Angelin Preljocaj che proprio di Apocalisse parla, sembra evocare inquietanti scenari da fine del mondo. Anche se però “Suivront mille ans de calme" è in realtà un balletto ispirato ad una lettura precisa ma non ragionata dell’Apocalisse, percorso da una vena poetica tipica della cifra stilista di Preljocaj.
Il balletto, creato per 21 ballerini del “Ballet Preljocaj” andrà in scena il 17 e il 18 febbraio al Teatro Arcimbodi di Milano.
Come spiega lo stesso coreografo “Non bisogna quindi cercarvi immagini o stereotipi direttamente legati al famoso testo di San Giovanni. Fonte feconda d’ispirazione, la parola stessa Apocalisse sottratti ai nostri sguardi. Il balletto vuole cioè evocare ciò che risiede nelle pieghe delle nostre esistenze piuttosto che profetizzare catastrofi, irrimediabili distruzioni o l’imminenza della fine dei tempi. La danza – precisa ancora il coreografo franco albanese - arte dell’indicibile per eccellenza, sottolinea implacabilmente l’entropia delle molecole che è nelle nostre carni e che annuncia l’Apocalisse dei corpi. Stigmatizza i nostri rituali e rivela l’incongruità delle nostre posizioni d’ordine sociale, religioso e pagano. “Suivront mille ans de calme” – conclude Preljocaj - cerca di sfiorare questa deriva cieca di corpi, sballottati da ideali e da credenze un po’ perdute tra le righe dell’Apocalisse”.
Ben lontano dunque dal voler rappresentare catastrofi imminenti, il balletto “vuole evocare ciò che risiede nelle pieghe delle nostre esistenze attraverso la danza, arte dell’indicibile per eccellenza”. E lo fa grazie anche alla fortunata combinazione di artisti che hanno collaborato con il coreografo per la realizzazione di questo spettacolo. In primis per la scenografia, Subodh Gupta è un artista plastico affascinato dagli oggetti che forgiano l’identità culturale. Gioca con gli utensili indiani trasformandoli in qualcosa di diverso dal loro uso originale per evocare l’ambivalenza del sentimento di appartenenza che suscitano. In altre parole, trasforma gli oggetti usuali in oggetti culto.
Per quanto riguarda la partitura musica Laurent Garnier, eminente compositore di musica techno, ha donato allo spettacolo l’apparenza di una trance, come fosse un rituale, una cerimonia d’avanguardia dalle origini arcaiche. Igor Chapurin infine, astro nascente della moda russa, ha realizzato costumi eterei che vestono i ballerini come moderni simulacri da adorare.
Anche se lavora già con il Bol’šoj, le sue collezioni più recenti rimandano alle ninfe, a dee dalla carnagione chiara striata da lampi metallici grigi, a dei drappeggi di clamide scolpite come delle moderne cariatidi.
In questa collaborazione tra talenti c’è uno strano profumo di moderno rituale, un modo comune di immergere l’epoca attuale nelle acque antiche delle credenze collettive. Posizioni che non sono del tutto estranee a Angelin Preljocaj; basta ricordare A nos héros (1986) nel quale si faceva beffe della gestualità dei pugni e della fede nella mitologia politica.
In “Hallali Romée” (1987) aveva mostrato la pulzella d’Orléans in modo ironico come un’eroina non molto ortodossa. Di lui si ricorda anche la figura ambigua di “Annonciation” (1995), oppure l’atmosfera non priva d’ironia da parte di Stockhausen con “Sonntags Abschied” e che il coreografo ha affrontato per “Eldorado” (2007) come un rituale divino privato.
Quindi quando Angelin Preljocaj dice di volersi interessare con questa coreografia all’Apocalisse, dovremmo forse ricordare che la parola (da « apo », separazione e «kalyptein», nascosto) significa semplicemente «svelare». Questa creazione sembra voler svelare ciò che si nasconde sotto i nostri rituali contemporanei.
Angelin Preljocaj è nato in Francia nel 1957 da genitori albanesi e ha iniziato a studiare danza classica prima di dedicarsi alla danza contemporanea con Karin Waehner. Nel 1980 si è trasferito a New York per lavorare con Zena Rommett e Merce Cunningham; poi continua i suoi studi in Francia con la coreografa americana Viola Farber e con il francese Quentin Rouillier. Successivamente, lavora con Dominique Bagouet prima di creare una sua propria compagnia nel dicembre 1984. Da allora, ha creato quarantacinque coreografie, dall’assolo ai balletti a compagnia intera. Collabora regolarmente con altri artisti e le sue creazioni sono inserite nel repertorio di diverse compagnie che a loro volta gli commissionano nuove coreografie;
Come è il caso del Teatro alla Scala di Milano, del New York City Ballet e del Ballet de l’Opéra national de Paris. Ha realizzato alcuni corto-metraggi (Le postier, Idées noires nel 1991) e diversi film, quali Un trait d’union e Annonciation (1992 e 2003) per i quali è stato insignito anche del Grand Prix du Film d'Art nel 2003, del Premier prix Vidéo-danse nel 1992 e del premio del Festival del Video di Praga nel 1993. Composto oggi da ventisei ballerini stabili, il Ballet Preljocaj risiede dall’ottobre 2006 al Pavillon Noir di Aix-en-Provence, un luogo interamente dedicato alla danza di cui Angelin Preljocaj è il direttore artistico.
In occasione dello spettacolo agli Arcimboldi è in programma un Anteprima Danza alle ore 19:00, Marinella Guatterini racconterà, attraverso le immagini, la storia di Angelin Preljocaj e delle sue coreografie. L’appuntamento per conoscere meglio la compagnia e lo spettacolo che andrà in scena è nel Foyer delle vetrate del Teatro degli Arcimboldi.
Con “Suivront mille ans de calme” il palco dell’Arcimboldi si riconferma dunque l’ospite privilegiato e in effetti unico nel panorama cittadino, per la grande danza contemporanea e prosegue nel suo intento di allargare la proposta d’arte a un pubblico sempre più vasto, anche con promozioni dedicate. Infatti, per l’ultimo spettacolo della stagione di danza 2011/2012, Anna Karenina nella versione coreografica di Boris Eifman, che sarà in scena a maggio, è già possibile acquistare il biglietto insieme a quello per il Ballet Preljocaj, usufruendo di un Carnet speciale che propone due spettacoli a soli 40,00€ (+ prevendita).
Suivront mille ans de calme Coreografia per 21 ballerini Coreografia: Angelin Preljocaj Musica: Laurent Garnier (ad eccezione di Les Anges di Benjamin Rippert e Sonata al chiaro di luna di Ludwing Van Beethoven - mixaggio Scan X) Scenografia: Subodh Gupta Costumi: Igor Chapurin Luci: Cécile Giovansili
Teatro degli Arcimboldi di Milano V.le dell’Innovazione 20 – Milano Venerdì 17 e sabato 18 febbraio 2012 ore 21:00
Tel. 02.64.11.42.212/214 www.teatroarcimboldi.it Biglietteria Ticketone www.ticketone.it Biglietti da euro 24,00 a euro 40,00 (+ prevendita) Sono previste riduzioni per giovani, gruppi e anziani. Ufficio Gruppi - e-mail [email protected] - tel. 02.64.11.42.213